sabato 12 dicembre 2009

Piccola nota

Ho scritto un nuovo post, ma avendolo iniziato il 30 ottobre, quando l'ho caricato mi è scalato sotto il post sul premio.
Quindi...scorrete in giù, grassssie! :D

martedì 17 novembre 2009

Un premio inaspettato

Questo è il premio che, nonostante mi stia dando spudoratamente alla macchia, mi è stato assegnato da Pasadena sul suo kawaissimo (ovvero, troppo carino! >_<) blog "Sì, lo voglio".
GRAZIE MILLE!!! :D

Le regole sono queste:
1. Citare chi mi ha premiato e il suo blog (cosa che ho già fatto)
2. Passare il premio a 14 amiche virtuali (ehmmm...non vale girarlo a chi ti ha mandato il premio, vero? Ma io non seguo tutti questi blog e men che meno blog "cute"...posso girarlo a quelli che riesco a raggruppare?)
3. Rispondere a un questionario di dieci domande

Questionario:
1- In quale animale ti reincarneresti? Gatto semi-domestico.
2- Di chi o di che cosa non potresti fare a meno? Delle persone a cui tengo e del cibo.
3- Che cosa apprezzi di più in una persona? Un buon senso dell'umorismo, se ce l'ha, e l'indipendenza.
4- Di che colore preferisci vestirti? Ultimamente verde&marrone.
5- Definisciti in 3 parole: indipendente, abitudinaria, adattabile.
6- Un viaggio che vorresti fare? Classico viaggio in qualche isoletta tropicale, a prendere il sole su una spiaggia bianca con un cocktail in mano. Oppure Taiwan e Tailandia.
7- Citazione preferita? Ultimamente mi piace "Con la faccia plissettata esco per la strada e salve, fammi un bel caffè" (Sergio Caputo, da "Vita Dromedaria").
8- Cosa ti piacerebbe fare? Imparare un bel lavoro manuale/artigianale con il quale vivere.
9- Se non ti dedicassi a quello che fai cos'altro ti piacerebbe fare? Il meccanico o il macellaio. Dico davvero.
10- Qual'è la tua stravaganza? Ho SEMPRE con me il filo interdentale.


E ora la nota dolente...blog carini, eh?
E il premio va...tatatatatatataaaaan:

Cosa ti preparo per cena?
Sara e Manu alla scoperta del Giappone
Il Sol Levante ed io
Isolata in Giappone
Retromodgirl

Ok, 5 bastano? Siiiiiì che bastano!!! XD

p.s. Latiterò ancora un po', credo...ma prima o poi tornerò!

venerdì 30 ottobre 2009

Relax!


Per il mio compleanno quest'anno ho ricevuto vari regali inaspettati, da gente ancora più inaspettata.
Quello con la confezione più bella in assoluto è stato un orologio, di quelli plasticosi che vanno tanto di moda adesso.
Io non uso orologi, perchè altrimenti finirei per guardarlo in continuazione. Peccato perchè è molto carino. In compenso era chiuso in una scatola bellissima!
Chiaramente ispirata ai Lego, come risulta chiaro anche dalle foto del sito della Relax, la casa che produce questi orologi, dove vengono utilizzati anche i famosi omini.
La scatola ha la struttura in plastica dura, nel mio caso rossa, rettangolare e formata da 2 parti che, unendosi, danno forma a un ovale vuoto in mezzo, nel quale è inserito uno scheletro con i bordi in plastica e l'ovale centrale in pellicola trasparente. All'interno della pellicola trasparente è sospeso l'orologio, che in questo modo sembra galleggiare, senza agganci, all'interno di questo spazio.

Le due parti rosse sembrerebbero simmetriche, ma sono leggermente diverse: sulla superficie inferiore della parte di sotto sono presenti dei fori, mentre su quella superiore della parte di sopra emergono dei piccoli cilindri. Staccando la parte superiore e posizionandola al di sotto di quella inferiore, i fori coincidono esattamente come 2 pezzi dei Lego, creando una figura nuova.
Mi piace molto la trovata della pellicola trasparente! In pratica i due film di pellicola aderiscono tra loro, ma essendo un materiale plastico flessibile, ci si può infilare dentro l'oggetto che si vuole e questo rimarrà fermo, sospeso lì in mezzo, senza bisogno di legarlo o bloccarlo con strumenti aggiuntivi.

























Il logo dell'azienda è però vagamente familiare. La Relax ha scelto la stilizzazione di una lumaca con antenne accentuate. E sono proprio le antenne ad essere sospettosamente simili alle estremità della coroncina della Rolex, notissima e costosissima marca di orologi.






L'orologio è carino, color panna, con la cassa estraibile, così da poter cambiare il colore di tutta la parte in plastica a piacere, sempre che questi involucri colorati siano venduti a parte.
Come ho già detto, non uso orologi, però devo dire che, a lasciarlo dentro la sua confezione, diventa quasi un oggetto d'arredo!
Chissà, magari prima o poi avrà anche il suo momento di gloria.



domenica 25 ottobre 2009

Bevande d'altri tempi - Wilkinsons -


Oggi si parla di bottigliette. Bottigliette di vetro per la precisione. Ormai non se ne trovano più tanto in giro, eh? A volte, quando ero in Italia e facevo la spesa, mi veniva voglia di comprare la confezione da 4 (o 6? Non ricordo) delle bottigliette di vetro classiche della Coca-cola, ma diamine! Costavano troppo!!!
Ebbene, qua in Giappone ce ne sono ancora in giro, non sono diffusissime, ma si trovano, basti pensare al ramune, ancora così popolare.
Nel ristorante dove lavoro le bibite, oltre a birra, vino e acqua, sono pochissime e un po' retrò.
No, ok, non vendono la spuma, ma poco ci manca.
I cavalli di battaglia sono lo Ginger Ale e il Tansan Sparkling Carbonated della Wilkinsons, che ormai è incorporata alla Asahi Soft Drink.
Con più di 100 anni di storia, questa azienda, fondata appunto dal Sig. Clifford Wilkinsons che intuisco fosse inglese, produce ginger ale e acqua tonica a partire dall'acqua minerale effervescente naturale trovata dallo stesso Wilkinsons, per caso, mentre era a caccia nella Prefettura di Hyogo nel 1889. Come leggenda vuole.

Il fatto che questa fonte sia proprio nella stessa prefettura della fonte dalla quale hanno fatto il Mitsuya Cider (in inglese) mi puzza un po'. Tra l'altro scoperte nello stesso periodo e, guarda un po', sia il Mitsuya Cider che la Wilkinsons sono stati incorporati dalla Asahi Soft Drink...secondo me è la stessa fonte, ma vabè, facciamo finta di niente.

Comunque, tornando alle nostre bevande d'altri tempi (per le quali ho un debole, come avrete notato >_<), le bottigliette in questione hanno attirato la mia attenzione dalla prima volta che le ho viste. Quindi le ho tampinate finchè non ho sfacciatamente chiesto se potevo portarmi a casa i vuoti. Con mia grande sorpresa mi è subito stato detto di sì, con un po' di stupore per la richiesta, ma senza nessun problema. Provate a chiedere in Italia di portarvi a casa il vuoto di una bottiglia di vetro, al ristorante, e vedete che vi rispondono!!! La bottiglietta del Ginger Ale è verde bottiglia (ma guarda un po') e ha la presa ergonomica, ma proprio tanto ergonomica. C'è l'incavo per ogni dito! Ogni volta che devo prepararne un bicchiere la impugno per bene utilizzando tutti gli spazi appositi, gustandomi la piena soddisfazione che si prova quando le impugnature facilitate funzionano. In alto ha l'etichetta a doppio triangolo che caratterizza le 3 bevande "modificate"della Wilkinsons, (cioè quelle che non sono il basico tansan, la nostra acqua frizzante minerale) ovvero Ginger Ale, Dry Ginger Ale e Tonic. In questo caso il triangolo superiore è bianco, mentre quello inferiore è color vinaccio. Ai piedi della bottiglia c'è la scritta "Net Contents 190 ml", sempre in vinaccio.

La bottiglietta del Tansan invece è trasparente, perlopiù zigrinata, anche lei ha un andamento ergonomico, ma più comune, il solito contorno a forma di "donnina": bombato sopra, stretto al centro e che si riallarga in basso. Come la Coca-cola per intenderci.
Nella parte in cui si stringe, dal vetro affiora la scritta "tansan".
Quello che mi piace di questa bottiglietta è però l'etichetta, ovale e bianca con ai lati delle strisce tipo onde sonore. Al centro della base bianca c'è un altro ovale rosso con il nome, in bianco, "Wilkinsons". Anche in questo caso, in basso, c'è una scritta, ma questa dice "Asahi Soft Drinks Co., LTD", e, tra l'altro, è azzurra, colore non ripreso in nessuna altra parte della confezione.

Questa cosa delle scritte in fondo mi ha colpita. Perchè farle diverse? Potrebbe essere un residuo di tempi passati, in effetti. Immagino che le confezioni delle due bevande non siano state ideate insieme, e magari nemmeno dalla stessa persona, però la cosa mi sembra strana lo stesso.

Ovviamente, come avviene di solito per i soft drink in bottiglie di vetro, le etichette non sono di carta applicate sulla confezione, bensì direttamente stampate sul contenitore. E, inoltre, i vuoti sono a rendere, come già avevo fatto intuire, quindi spesso sulle bottiglie si trovano graffi e imperfezioni. E per questo mi piacciono ancora di più!:)

Purtroppo il Ginger Ale proprio non riesco a berlo.

mercoledì 7 ottobre 2009

Parrucchieri tamarri


E dopo 6 mesi qua a Kyoto ho sentito la necessità di andare dal parrucchiere, dopo 2 anni che non tagliavo i capelli.
Questo post è un po' diverso dagli altri, ma tutto sommato credo che il servizio ai clienti possa comunque essere considerato un modo di presentare un prodotto. E quindi oggi si parla di parrucchieri tamarri giapponesi. Tamarri perchè come vuoi chiamarli dei ragazzotti ingellati, coperti di tatuaggi e con le scarpe a punta? Ma adorabili! :D ("Il tamarro è sempre in voga perchè non è di moda mai" -citazione colta-)

Il salone dove sono andata si chiama Muse e si trova a 100 metri da casa mia. Consigliato dalla mia ex-coinquilina taiwanese Peggy, per i prezzi molto convenienti (Taglio e shampoo 3150 yen, ovvero circa 25 euro).
Dopo aver preso appuntamento, oggi finalmente sono andata.
Appena entrata sono stata braccata da 2 del personale: una mi ha preso l'ombrello, l'altro la borsa e poi mi hanno fatto sedere.
Mi hanno fatto compilare una scheda, presumo per inserirmi nel computer. Dopodichè il tipo della borsa, che poi scoprirò chiamarsi Gō, mi si siede vicino e inizia a chiedermi dettagliatamente come voglio tagliare i capelli. Quindi mi spiega cosa farà, mi dà dei consigli del tipo che è meglio che prima me li taglia solo un po', poi vedo come ci sto e a quel punto, se voglio, me li taglia ancora e cose di questo genere. Tutto ciò credo sia durato un 10 minuti buoni.
Gō va via e arriva una ragazza, mi dice che mi farà lo shampoo e mi accompagna alla postazione.
A questo punto arriva il bello. A parte il fatto che appena mi siedo la tipa mi mette una copertina sulle ginocchia, e già lì avevo le lacrime agli occhi.
Ma dopo la copertina la tipa dice qualcosa e la sedia inizia ad alzarsi e allungarsi: in pratica per fare lo shampoo ti mettono in posizione supina con la testa nel lavandino, ovviamente. Una posizione tremendamente comoda! ^_^
Tutto ciò evita quel tremendo fastidio/dolore al collo che viene ogni volta che si fa uno shampoo dal parrucchiere in Italia. O almeno, il fastidio che provo IO quando mi lavano i capelli.
Poi mi mette una pezzuola sulla faccia così da potermi lavare senza preoccuparsi di darmi fastidio stusciandomi i vestiti addosso (ho notato che i capelli te li lavano dal lato, non da dietro).
E inizia a chiacchierare, come tutte le parrucchiere del mondo :D.

Finito lo shampoo la sedia rientra alla sua postazione e lei e Gō mi fanno sedere in una delle postazioni da taglio.
A questo punto lui inzia ad elencarmi per filo e per segno tuuuuuutto quello che fa , mentre lo fa. Ma dico proprio tutto. E ogni volta mi chiede se va bene, se sono convinta ecc ecc... Ogni volta che finisce una fase del taglio, con un enorme specchio apribile, mi fa vedere come sono venuti dietro.

Finito il taglio, senza capire quello che stava succedendo, mi sono ritrovata di nuovo sulla poltrona estendibile, in mano alla sciampista che ormai chiacchierava a ruota libera. Credo che il motivo del secondo shampoo fosse di togliere, sapete tutti i capellini che ti cadono sulla maglia dopo il taglio? Ecco, quelli! *_* .......Fantastico!

Dopo il secondo shampoo ritorno in una delle postazioni e Gō si informa su come voglio la piega, su come me li asciugo di solito e su cosa ci metto quando li lavo a casa. E segue esattamente le indicazioni che gli dò io. Esattamente!
Il tutto facendo 4 chiacchiere, nelle quali si infiltra anche la sciampista che risulterà essere particolarmente comica ("Vorrei andare a Milano. Ma Milano è in Italia? No, perchè voglio vedere la Cappella Sistina!" "Forse intendi Roma?" "Ah, perchè, Roma è in Italia?"...era troppo kawaiiiiiiii >_<).

Infine vado a pagare. Dopo aver pagato, sempre Gō mi dà una specie di card con tutti i dati del negozio e, appena stampati da una macchinetta apposita, i miei dati, i suoi dati, la data e i giorni di chiusura del salone dei prossimi 2 mesi, cosicchè, nel momento in cui avessi avuto qualche problema con i capelli, avrei saputo a chi potermi rivolgere con precisione.

A quel punto, ancora stordita dalla card, saluto tutti ed esco. Siccome aveva piovuto, il sellino della mia bici era tutto bagnato, e mentre cercavo qualcosa per asciugarlo mi spunta Gō da dietro e con un asciugamano me lo asciuga tutto per bene!!!!!!!!!! :O
Poi è tornato alla porta e, sempre salutando, non è rientrato finchè non mi sono completamente allontanata con la bici.

Io sono rimasta sbalordita. E sì che ormai dovrei essere abituata al cutomer service giapponese!

Ah, per la cronaca, il taglio è bellissimo!!!!XD

giovedì 10 settembre 2009

Kawaiiiii, viscidi funghetti


Scusate l'assenza prolungata...non sono ancora abituata a tenere un blog "per bene". Ma in questo periodo comunque non ho mica smesso di spulciare supermercati! :D
Eh sì, continuo con un prodotto che, come al solito, ho notato totalmente per caso mentre facevo una delle mie spese inutili da 1 pomodoro, 2 mele, cocacola e bentō, per intenderci.
A prima vista mi sembravano alici, sapete quelle dentro i barattolini di vetro, (molto belli e delicati, come contenitori, tra l'altro. Mi piacciono molto). Mi aveva attirato il fatto che fossero appoggiati in un angolo, ancora dentro uno scatolone, e la fantasia del tappo, a quadretti rossi e gialli su sfondo bianco.
Mi era pure venuto in mente di comprarne un barattolo visto che sembravano in offerta (88 yen...in effetti per essere alici erano un po' TROPPO economiche!) e quindi mi sono avvicinata.
Ma, come potete ben immaginare, non erano alici, bensì funghi! Funghi lunghi e viscidi, per la precisione, basta dare un'occhiata alle immagini del sito ufficiale della コマツ Komatsu, dove si noterà che questi なめ茸 Name Kinoko o Name Take sono anche il suo prodotto di punta.
Oddio, magari la viscidità è aiutata anche dall'uovo crudo a cui sono abbinati nella foto del sito...però, sembra buono! :p (mi piacciono le cose viscide)
Ma tutta questa premessa era solo per introdurre il pezzo forte della confezione, ovvero il tappo!!
Come ho già detto, erano dentro uno scatolone, tutti in ordine nel proprio scomparto, per cui il colpo d'occhio mi è risultato ancora più d'effetto.
La fantasia a quadretti circonda solo la parte laterale, ma tutta la superficie superiore dei tappi è decorata con un disegno, e ogni barattolino ha un disegno diverso. O meglio, ci sono una serie di illustrazioni di "animali, ragazzine ecc...", come dice il sito, dove si è anche invitati a divertirsi nello scegliere l'immagine preferita.
Le illustrazioni sono come disegnate a mano e colorate con l'acquerello...ci sono anche dei fruttini e delle verdure antropomorfe. Erano così carine!!
La voglia incontrollata di collezionarli tutti è stata soffocata dal fatto che fosse tardi e dalla consapevolezza che molto probabilmente non mi sarebbe mai venuta voglia di mangiarli, quei funghi.
Ma sono riuscita a fare le foto di nascosto!!! Ah ah ah ah...














p.s. Per chi non lo sapesse, in Giappone è generalmente vietato fotografare nei supermercati senza chiedere il permesso...l'ho sperimentato sulla pelle quando una volta sono stata cacciata via da un signore ingrugnatissimo, che diceva di essere il capo, dopo che avevo zompettato qua e là per un'ora fotografando tutto quello che mi capitava...

venerdì 7 agosto 2009

Le sportineee!


Continuo con un altro post sugli imballaggi basici.
Sempre durante le mie spedizioni al supermercato, che stanno diventando sempre più rare e sempre più "single-style", ovvero bentō e altre cose pronte, mi è capitato, appunto, di comprare un bentō da Seiyu. Mi hanno chiesto se volevo la busta, ho detto sì e me l'hanno messa nel cestino.
Quando ho provato ad aprirla, mi ero accorta che era un po' strana e che la forma era un diversa da quella delle altre sportine. Una volta aperta, la busta era perfettamente adatta ad accogliere le tipiche scatole rettangolari e piatte dei bentō.


Infatti anche la sua forma era bassa e larga.
Le piccole cose che ti cambiano l'umore, anche se si tratta solo di una bustina di plastica.

lunedì 27 luglio 2009

Quando ti vendono le bottiglie di vetro


In effetti è vero, quando uno fa la spesa e compra delle bottiglie di vetro, che siano olio, vino, passata di pomodoro, succhi di frutta o altro, è sempre fastidioso quando queste, nelle buste, cozzano tra di loro. Personalmente cerco sempre di metterle in buste diverse, anche se a volte non si può.
Ebbene, qui in Giappone, ça va sans dire, hanno trovato la soluzione. Una soluzione ovvia, ma almeno loro ci hanno pensato.
Quando arrivi alla cassa e vedono che hai più di un contenitore di vetro, la signorina (o il ragazzotto, a seconda) li avvolge con le malefiche e onnipresenti retine di polietilene, le stesse che mettono attorno ad ogni frutto più o meno tondo, ma aperte da entrambi i lati. Così non cozzano!
Sarà anche una soluzione ovvia, ma io sono rimasta affascinata lo stesso.

giovedì 23 luglio 2009

Kawai Kanyu Drops


Gironzolavo tra gli scaffali di un drugstore sperando di trovare qualche offerta (operazione riuscita!:D) e mi sono ritrovata davanti a una torretta di quelle che fanno per evidenziare i prodotti con lo sconto. La cosa inquietante però è che sulle confezioni di questa caramella-integratore-medicinale-multivitaminico c'era stampata la facciona in primo piano di un bambino.
Quello che mi è sembrato strano è che prima d'ora non l'avevo mai notato! Eppure è abbastanza appariscente. I colori sono molto forti e abbinati in contrasto, la scatola è di latta e nemmeno tanto piccola. All'inizio pensavo fossero semplici caramelle, poi però mi è venuto il sospetto che fossero integrate con qualcosa (impossibile che in Giappone ti vendano qualcosa senza l'aggiunta di qualcos'altro :p), soprattutto per il prezzo, non propriamente economico.
E infatti. Sono andata a vedere sul sito della Kawai, la Casa produttrice e c'è scritto che quelle con la confezione gialla e il coperchio blu, dalla forma ovale, e con una finestra rossa esagonale con scritto "カワイ肝油ドロップS", ovvero Kawai Kanyu Doroppu S, contiene caramelle con vitamina D2 e A. Da notare che questo è il prodotto di punta dell'azienda. Poi c'era il barattolo cilindrico di un bel verde acceso le cui caramelle contengono, oltre D e A, anche la vitamina C.
Infine, scovato nello scaffale normale perchè nella piramide pubblicitaria non c'era, la versione per le mamme, immagino, visto che al posto del faccione del bambino c'era la faccia di una donna. La forma della confezione è ovale come quella gialla, ma è arancione con il coperchio bianco. Queste caramelle contengono le vitamine C e E e sul sito leggo che non sono consigliate ai minori di 5 anni, al contrario delle altre due, i cui dosaggi iniziano da 1 anno.

A parte le caramelle "per le mamme", le altre sono tutte a base di olio di fegato di merluzzo. Ed è proprio per questo che sono famose! Il sito dice che il Signor Kawai, dottore di farmacologia, pensava che l'olio di fegato di merluzzo fosse un ottimo integratore, ma non sopportava il sapore, ovviamente. Quindi, nel 1911, s'è inventato ste caramelle al sapore di frutta. In realtà il sito parla di jelly, ma dato il costo di un barattolo non sarò certo io a verificarne la natura!
Senza contare che comunque sono considerate medicine.

Mi rimane un dubbio: il faccione del bambino è veramente simile a quello del borotalco Siccarol della Wakodo (penultimo prodotto), ma ancora di più lo è a una delle versioni più famose, quella del '65, che pubblico qui di seguito. Purtroppo non riesco a risalire alla data dell'uscita della canfezione con faccione delle Kawai Kanyu Drops e non posso fare il confronto.

sabato 18 luglio 2009

Un ready to drink


In un supermercato vicino casa, Yamaya, che vende prodotti d'importazione, ho trovato questa bibita alcolica che dovrebbe essere uno di quei cocktail "ready to drink", tipo il Bacardi Breezer per intenderci.
La bibita però è giapponese, si chiama おんほらぁとBAR OnhoraatoBAR, della Fukumitsuya ed è a base di sakè.
Il nome rimanderebbe ad un improbabile "onorato" italico, anche se spero proprio di sbagliarmi.
Tornando a noi, la bevanda era presente in 3 gusti: ume (prugna), yuzu (un agrume simile al mandarino) e il non meglio definito sapore di white sour. Riguardo a quest'ultimo ho fatto una ricerca, ma non ho trovato definizioni. Se qualcuno sa che tipo di sapore è, per favore mi informi!
L'etichetta che avvolge le bottiglie sfrutta il colore della bevanda e partendo dal basso con un colore più intenso, sfuma fino a diventare trasparente e lasciare vedere il colore interno.
Quella al white sour parte dall'azzurro e diventa bianco lattiginoso; quella all'ume sale dal verde scuro, fino a diventare verde chiaro trasparente; quella allo yuzu sfuma dal blu alla completa trasparenza.
Ma la cosa che più mi è piaciuta è stato il contrasto tra l'immagine stampata e lo sfondo. Le immagini che rappresentano l'ingrediente, infatti, sono realistiche e molto nitide. Sembra che fluttino sulla superficie dello sfondo sfumato e indefinito.
Per il resto è tutto molto spoglio, è presente giusto nome del gusto in fondo e, su un'etichetta dorata in alto il nome del prodotto.
Da notare il tappo a vite: davvero ready to drink!!!

mercoledì 15 luglio 2009

Acqua lattiginosa alla pesca


L'ho visto e l'ho comprato. A parte il fatto che era al sapore di pesca, e tutto ciò che è al sapore di pesca, in Giappone, è quasi più buono di una pesca vera, ma il leoncino è stata la vera ragione.
A prima vista il cartone da mezzo litro di tetrapack non aveva nulla di particolare, ma osservandolo meglio ho visto che il leoncino era disegnato in stile anni '70, tipo quei personaggi "cartonati" e spigolosi che apparivano in tv. Quelli che a volte era fatti come in un collage. Anche i colori erano intonati allo stile, con l'arancione della criniera e il marrone del corpo.
A quel punto, per capire di che razza di bibita si trattasse, ho girato e rigirato la confezione e, oltre a scoprire che era una "cosa" al sapore di pesca con l'aggiunta di fermenti lattici, ho sorpreso il leoncino a dormire su una facciata della confezione e a stare ben sveglio dall'altra!

Su un lato, poi, insieme alle indicazioni sul sito internet, appare sempre lui con un sacco di pesche tra le braccia. Era troppo carino!
La confezione in generale, come si noterà dalle foto, è bianca con le parti in contrasto rosa pesca, appunto. Il nome del prodotto è espresso in katakana, "Mamii Samaa Piichi", ovvero "Mammy Summer Peach".

Curiosando nel sito ho scoperto che questa bevanda va avanti dal 1965, ma che il leone e gli altri animali della serie (quella alla pesca è solo una delle versioni) sono stati lanciati nell'81.